IL CAFFE' DEL RICICLO

In occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti il CEAS di Lula propone la manifestazione “Il caffè del riciclo”.
Questa si inserisce all’interno delle attività di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti, mandate avanti dal CEAS, in particolare, con tale azione si intende dare ulteriore linfa al laboratorio permanente “Da cosa nasce cosa”, nell’ambito del quale si sperimentano e producono nuove soluzioni per il riutilizzo ed il riciclaggio dei rifiuti con il coinvolgimento attivo della comunità.
“Il caffè del riciclo” si compone di due linee di intervento principali: Un’azione volta alla raccolta, al riuso e/o preparazione per il riuso di capi d’abbigliamento, scampoli di stoffa, bottoni, passamanerie, borse, cinture ed altri accessori non più utilizzati, con il coinvolgimento della popolazione femminile del Comune di Lula. L’azione consiste in un incontro, denominato appunto “caffè del riciclo”, previsto per il pomeriggio di Sabato 23 Novembre 2013 presso il CEAS di Lula, in occasione del quale ogni partecipante porterà uno o più dei prodotti sopraelencati. Al fine di favorire la socializzazione e lo scambio di idee, opinioni ed esperienze, sarà organizzato un piccolo rinfresco con the, caffè e dolcetti. Un’azione volta alla raccolta differenziata, selezione e riciclo di frazioni merceologiche non opportunamente valorizzate negli attuali sistemi di raccolta differenziata, quali tappi in plastica e tappi in sughero e/o che andrebbero ad incidere sulle produzioni di secco residuale, come i tappi metallici e i sacchetti del caffè, attraverso il coinvolgimento dei bar, delle pizzerie del paese e la scuola.
I materiali recuperati in entrambe le attività, potranno essere utili per la produzione di nuovi manufatti nell’ambito dei laboratori del CEAS, o conferiti in appositi circuiti di raccolta solidale al fine di incentivare e promuovere interventi di solidarietà sociale che hanno quale obbiettivo principale, oltre al recupero di frazioni di rifiuto di valore come nuova materia prima, quello di incentivare l’occupazione di fasce più deboli e svantaggiate.

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